È il libro scritto e pubblicato dal giornalista Pietro Perone, storica firma de Il Mattino di Napoli, presentato nel corso di una lezione su "etica del giornalismo" agli studenti del Liceo Scientifico di Sant'Arpino. La presentazione del testo si inserisce nel calendario della quindicesima edizione della rassegna letteraria “Sulle Orme del Cantor d’Enea”, ideata e promossa dalla Pro Loco con il patrocinio del Comune di Sant’Arpino
SANT'ARPINO - CE) "Un racconto di memoria civile e giornalismo d’inchiesta; un viaggio nella verità e nelle ombre di una vicenda che ha segnato per sempre la coscienza del Paese". Questi i punti salienti di una lezione di etica del giornalismo tenutasi lunedì 10 novembre 2025, nella sede distaccata del Liceo Scientifico “Giancarlo Siani” di Sant’Arpino con la presentazione del libro dal titolo “Giancarlo Siani. Terra Nemica” - Edizioni San Paolo, scritto e pubblicato di Pietro Perone, giornalista e storica firma de Il Mattino di Napoli, con la prefazione di Marco Risi e Postfazione di Gianmario Siani.
La presentazione del libro si inserisce nel calendario della quindicesima edizione della rassegna letteraria “Sulle Orme del Cantor d’Enea”, ideata e promossa dalla Pro Loco con il patrocinio del Comune di Sant’Arpino, manifestazione che da quindici anni costituisce un presidio culturale di grande prestigio per l’intera area atellana e che continua a richiamare, nel cuore del centro storico, alcuni tra gli autori più significativi del panorama letterario nazionale e campano.
"Il tema che trattiamo oggi ha detto il presidente della Pro Loco, Aldo Pezzella - è sulla legalità. Poiché Giancarlo Siani era un giornalista che sosteneva la legalità, vogliamo che questa figura sia da monito per i ragazzi che debbano seguire sempre strade migliori". Dal Canto suo il sindaco di Sant' Arpino, Ernesto Di Mattia: "L' iniziativa su Siani rappresenta un esempio di democrazia attiva, che vede un giovane giornalista che ha cercato denunciare gli intrallazzi la corruzione presente nella società del suo tempo e che ancora oggi è presente. Quindi, voglio dire, questo è un esempio che dovremmo imitare tutti quanti anche sulle piccole cose migliorando il rapporto noi con la Scuola, e i giovani devono essere più attivi e presenti sul territorio". Come dire, il primo cittadino menziona la democrazia attiva che si riferisce principalmente a quella partecipativa, che coinvolge i cittadini in modo più diretto nei processi decisionali oltre il semplice voto.
La lezione si è rivelata quale messaggio dei relatori e dello stesso scrittore che hanno indicato agli studenti le riflessioni sulla storia del giovane Giancarlo Siani, giornalista de il Mattino ucciso barbaramente dalla camorra il 23 settembre 1985 a soli ventisei anni.
"Una storia raccontata da ognuno come gli o le faceva comodo, addolcendo degli angoli omettendo le parti di verità - ha spiegato lo scrittore - Allora mi sono detto che bisognava raccontare tutto di nuovo perché parlare di Giancarlo significa parlare della verità e se si parla del suo delitto bisogna parlare della verità. Il libro nasce per questo - ha detto ancora Perone - per dire tutto quello che c'era da dire su un delitto atroce, omicidio commesso dalla camorra". Un tema insomma dalle più sfaccettature che lo stesso scrittore ha voluto evidenziare dando una rivisitazione ai fatti e misfatti attraverso il suo libro dalle cui pagine emergono nuovi scenari e colpe, anche della giustizia.Per otto anni sull'uccisione di Giancarlo Siani, avvenuta il 23 settembre del 1985, cala il silenzio. Il movente è "chiaro" fin dall'inizio, molto scomodo individuarlo davvero.
A quarant'anni da uno dei più efferati delitti mafiosi avvenuti in Italia, questo libro è un contributo alla memoria da parte di chi ha lavorato in via Cosenza n. 13, a Castellammare di Stabia, la stessa redazione de il Mattino dove ha operato Siani. È il racconto dell'impegno di un ristretto gruppo di giornalisti, il "pool Siani", che ha inseguito la verità a partire dal 1993, quando alla direzione del quotidiano arrivano un maestro di comunicazione, Sergio Zavoli, e Paolo Graldi, geniale esperto di mafia e terrorismo, entrambi non napoletani. Comincia sotto la loro guida una lunga inchiesta parallela a quella della magistratura, tra silenzi impenetrabili e piste inesplorate.
Ad aprire la manifestazione il sindaco di Sant'Arpino Ernesto Di Mattia e il presidente della Pro Loco Aldo Pezzella. Sono intervenuti l’assessore alla Cultura Giovanni Maisto e la vice preside Teresa Misso. Hanno dialogato con l'autore i giornalisti Ettore Cantile, Franco Buononato, Rosaria Capacchione e il giornalista e parlamentare Francesco Emilio Borrelli. Moderatore, il giornalista Elpidio Iorio


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