AFRAGOLA - BACOLI, VIAGGIO NELLA STORIA, ARTE E NATURA

 Me. Te. Ora, il  sodalizio afragolese valorizza le diverse espressioni storiche e artistiche nonché naturalistiche del territorio e favorisce l'aggregazione e l'inclusione come il bene della persona e il valore sociale

 
Una escursione, nient'altro che un brevissimo viaggio nella stessa regione, la medesima area di Città Metropolitana, ma ricco di significato: aver raggiunto il lago Fusaro, Sabato 4 maggio, nel comune di Bacoli, ad un tiro di schioppo da Napoli. Luogo di alto impatto emozionale in cui vi sono  attrattive artistiche, storiche, percorsi naturalistici. L'iniziativa, peraltro itinerante, prevede una serie di visite nella zona tra MiliscolaBaia, ai piedi del Monte di Procida e che si estende verso Cuma Licolaè stata organizzata dall'Associazione Me.Te.Ora la cui presidente é Orsola Di Marzo

“Il fine di questa nostra escursione - ha spiegato Di Marzo - è valorizzare le diverse espressioni dei beni culturali del territorio, l'arte in genere e i rispettivi aspetti naturalistici per favorire l'aggregazione e l'inclusione quale bene della persona e il valore sociale". Il lago Fusaro, incantevole cornice in cui é racchiuso il tratto di mare fra le frazioni di Torregaveta e Cuma, nell'antichità era identificato con la mitica Acherusia palus, la palude infernale formata dal fiume Acheronte. Qui, ancora prima dell'arrivo dei greci, si coltivavano mitili ed ostriche. Gli allevamenti del lago sono menzionati nel romanzo “Il conte di Montecristo”, di Alexander Dumas, quando il conte fa servire a tavola nella sua casa di Auteuil una lampreda proveniente direttamente dal lago di Fusaro, fra lo stupore dei commensali.

Ma il lago è rinomato anche per qualcosa di più suggestiva, cioè di magico, più di quanto lo è lo stesso lago. E per questo   Me.Te.Ora ha dato l' attenzione a un sito di rilevanza storica e culturale sostenendo il bene della persona e il valore sociale:

la casa vanvitelliana che fu voluta dal re Ferdinando lX di Borbone. Realizzata nel 1782 - si dice - nell’intento di destinarla a luogo di riposo del re al termine delle consuete battute di caccia e pesca. Ma la verità è ben altra che ancora oggi fa discutere eminenti storici. E cioè, sarebbe pur vero che al re piaceva pescare e cacciare, all'inizio però la casa era raggiungibile soltanto con la barca, il ponte non c'era per volere del re in quanto in quella casina si intratteneva con esponenti di governi europei, ambasciatori per discutere di questioni e segreti di Stato lontani da orecchie e occhi indiscreti.

Tant'è che a remare la barca in quel tragitto, durante il quale accompagnava gli ospiti, era lo stesso re Ferdinando. A nessun altro dei sui dipendenti o collaboratori era permesso di avvicinarsi alla casetta. Solo in seguito, durante gli anni, si iniziò a sapere chi avesse ospitato. Oggi quel luogo più che meta di turisti è la location più invidiata nel mondo per la realizzazione di concerti di musica classica, in particolare di pianoforte, a numero limitato di pubblico e percorsi musicali in ambientazioni mediterranee. Per Me. Te. Ora. Rimane il prossimo appuntamento. 
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