Si tratta di personale specializzato per la ricerca di dispersi sotto le macerie
Un disastro. Sgomento e paura. Lacrime. Sangue. Morte. Vite spezzate di intere famiglie sotto le macerie. È lo scenario che da qualche giorno incombe su Turchia e Siria. Il terremoto ha colpito due nazioni in confine totalizzando, ad oggi, più o meno, 5000 morti. Dunque, decine di città sono state colpite. Centinaia le costruzioni crollate, tra le quali anche strutture pubbliche e di accoglienza come scuole e ospedali. Il sisma si è avvertito in un'area che si estende per circa 450 chilometri, da Adana, a ovest a Diyarbakir, a est. Si cercano i sopravvissuti tra le macerie. A Jandairis città della Siria una donna ha partorito una femminuccia sotto le macerie prima di morire: la piccola è stata ritrovata con ancora il cordone attaccato e portata in ospedale, dove hanno riscontrato ferite e segni di ipotermia.
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Intanto è arrivato ad Adana, in Turchia, il primo C130 dell'Aeronautica militare partito nella serata di lunedì 6 febbraio dall'Italia. Mezzi di soccorso e uomini dei Vigili del fuoco porteranno aiuto alla popolazione. 50 uomini dei team Usar di Toscana e Lazio. Si tratta di personale specializzato per la ricerca di dispersi sotto le macerie che hanno operato nelle analoghe emergenze in Italia e all'estero. Nel gruppo, 11 sanitari e 6 unità del dipartimento della Protezione civile. Il personale è equipaggiato con le più avanzate attrezzature in uso al Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco ed ha un'autonomia logistica che permetterà di operare ininterrottamente per circa 6 giorni.
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