FRANCO DEL PRETE, DELLA SUA MORTE SE NE PARLA ANCORA. ECCO LA NOSTRA EREDITA'


Particolarmente abile e versato nell'uso delle bacchette per il suono di tamburi e piatti, Franco Del Prete muore a 76 anni rimanendo ai fan l' evocazione musicale ricca di sentimenti per la propria terra, ma anche l' amaro nella bocca di ogni singolo concittadino che non potrà  vederlo più camminare per strada  con la sua andatura frettolosa, se pur sempre disponibile a fermarsi, a scambiare due chiacchiere e qualche sorriso. Aveva l' appellativo di "Showman" per essere stato già sulla ribalta internazionale quale componente, appunto, della band The Showmen, insieme al bassista e cantante Mario Musella e il sassofonista James Senese dopo aver vinto al Cantagiri del 1968, con "Un' ora sola ti vorrei". Una vita fatta di suoni e testi scritti per tantissimi cantanti di successo, fino a cambiare indirizzi musicali, senza mai aver abbandonato lo sgabello e le bacchette per il suo strumento di vita e di lavoro, la batteria. Poi come sempre accade, il linguaggio popolano napoletano storpia ogni pronuncia inglese o italiana che sia, trasformandola nel tempo in locuzione dialettale: 'O sciumèn. Amabile per le sue performance di grande stile, professionali, Del Prete aveva affascinato il giovanissimo, ora estinto, Pino DanieleEnzo Gragnianillo; Tony Espostito; Tullio De Piscopo, divenuti amici del cuore fino a morte che li ha separati. Ecco, questa amicizia del cuore quale profondo sentimento verso colleghi e artisti , 'O Sciumèn la trasmigrava nella sua città natia, Frattamaggiore, attirando intorno a sé le generazioni neofite della musica, ovvero della cosiddetta "cultura alta" nella quale si nota un musicista depositario di conoscenze e tradizioni della società, trascendendo il sistema di classi sociali.
Il tutto nell' insieme si chiama semplicemente arte. Parlare e scrivere di Franco Del Prete non è facile come non lo era facile neppure quando era in vita a causa delle singolari e più scelte musicali, se pur sempre a pari passi con la realtà della strada, del marciapiede, dei vicoli, della campagna, della terra, quella terra che da bambino ti rende felice e spensierato, ma che da grande ti fa ingoiare bocconi amari. 'O sciumèn dalla musica leggera era passato a diventare figura di primo piano nella storia della musica napoletana con "Napoli Centrale", per poi fare il cosiddetto Neapolitan Power  fino ad arrivare a "Sud Exspress"  come mai fosse stato  il fondatore, appariva sempre come artista agganciato. Ed è proprio qui che è d' obbligo soffermarsi per analizzare e capire un concetto innovativo di grande rilievo culturale, più che musicale. Lui lo dimostra con i suoi compagni del gruppo, anch' essi della stessa pasta umana, amanti della propria terra e cultura del sud, quel sud dai mille risvolti, oggi povero, talvolta violento, talvolta superficiale, ma pur sempre carico di vitalità. Ne dà atto un album dal titolo "L'ultimo apache" in cui non mancano brani-capolavori, uno tra i quali "A terra mia". Ebbene la sensazione che si prova ascoltando "L'ultimo apache" è inspiegabile, poiché la musica e le parole sono toccanti, forti, al punto che ti penetrano nell' animo. Franco Del Prete e il resto dei Sud Express rispecchiano  la vitalità di artisti-autori, bisognosi di voler comunicare e trasmettere agli altri il valore della cultura etnica, le proprie sensazioni, ma soprattutto l' amore infuocato, la passione per la propria terra che da sempre li ha resi e li rende orgogliosi. Grazie, dunque, al  batterista frattese, detto 'O Sciumèn, per questa eredità che ci ha voluto donare. Il suo lavoro è un tesoro culturale che ora tutti noi ne beneficiamo non dimenticando mai il valore sociale e della socievolezza dell' essere umano, se pur qualche volta anche noi come lui abbiamo l' andamento frettoloso.
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