di Enzo Di Micco
ROMA - Se non altro qualcosa di positivo c’è in questo nuovo governo, anche se i governi non vanno giudicati per come si presentano, ma per quanto fanno e faranno domani. Matteo Renzi? E’ sotto i riflettori della critica. Poi vedremo se bacchettarlo oppure no. Intanto, non si può far finta di non sentire a quanto dice, Stefania Giannini, nuovo ministro dell’Istruzione: “Necessaria eliminare i quiz per l’accesso alle università”. Poi ha aggiunge: ” La soluzione alle facoltà non è semplice, ma non posso negare che sono molto perplessa di fronte al meccanismo del quiz”. La Giannini, quindi, peraltro già rettore dell’Università per stranieri di Perugina, ha voluto dare subito un segno di cambiamento in una direzione specifica quale quella della pubblica amministrazione. Ecco, questo vuol dire essere donna, oggi: avere cioè determinatezza e buon senso, innanzitutto, verso una popolazione che invoca migliore vivibilità. La politica non funziona? Certo che funziona. E' l’uomo semmai in crisi, arroccatosi nei vecchi stereotipi del maschilismo egoista e allo stesso tempo insicuro, sciocco. Otto donne al governo prima delle nuove elezioni non è poco. Una scia trascinante fino all’eventuale consolidamento della valorizzazione della donna, della figura femminile sensibile e desiderosa di esprimersi, di creare e donare se stessa alla gente che chiede di star bene, vivere dignitosamente. Ma c’è dell’altro. E si tratta di una novità assoluta, quella cioè che per la prima volta gli italiani si vedono d’avanti una donna ministro della Difesa. Una donna a capo delle quattro forze armate: Roberata Pinotti, che senza mezzi termini spiega: “Non ci sono frontiere che le donne non possono superare”. La mia posizione -si è verificata dopo un percorso forse esclusivo in quanto già prima donna a presiedere la Commissione Difesa della Camera; sottosegretaria alla Difesa con il governo Letta ed ora ministro". Certo non è facile dar luogo ad una discussione sull’essere donna oggi. Ma sicuramente alle donne va attribuito una ruolo importante che in questi anni hanno contribuito a modificare non di poco i costumi sociali e tradizionali. E tra le altre questioni con cui dovrà confrontarsi il neo ministro, della Difesa, insegnante di italiano nei licei, non manca la riforma dello strumento militare concepita dal suo predecessore Giampaolo Di Paola: la legge è stata approvata, ma molti auspicano aggiustamenti ai decreti attuativi soprattutto per quanto riguarda i meccanismi di esodo del personale (che dovrà ridursi dagli attuali 190mila militari a 150 mila entro il 2024).
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