ARRIVANO I PRIMI SUSSURRI DI TRUMP:

"La Crimea è persa, ci concentreremo sul raggiungimento della pace in Ucraina invece di focalizzarci sul ripristino dell'unità territoriale del Paese”

I primi sussurri di Donald Trump iniziano a rimbalzare un po' di qua e un po' di là: "La Crimea è persa", ci concentreremo sul raggiungimento della pace in Ucraina invece di focalizzarci sul ripristino dell'unità territoriale del Paese”. E non è tutto. L' amministazione Trump si aspetterebbe da Zelensky "una visione realistica della pace". E asserisce: "Se Zelensky venisse al tavolo del dialogo a dire che la pace ci sarebbe solo con la Crimea, ci mostrerebbe di non essere serio", perché la Crimea è persa". Parole queste del consigliere de nuovo preisedente Usa, Bryan Lanza, rese note dalla Bbc.

L' Ucraina è la più grande penisola affacciata sul mar Nero ed è collegata alla terraferma solo dall'istmo di Perekop.  Dal 2018 è collegata alla Russia dal ponte di Crimea situato sullo stretto di Kerc. La Repubblica autonoma di Crimea è una regione dell' Ucraina Tra il 1992 e il 1995 era denominata Repubblica di Crimea e con il suo primo ministro,Yanukovich Il 6 marzo 2014, con la crisi della Crimea del 2014, si è dichiarata indipendente e il 18 marzo 2014, a seguito di un referendum non riconosciuto dalla comunità internazionale, le autorità locali hanno firmato l'adesione alla federazione Russa con il nome di Repubblica di Crimea". Il territorio della Repubblica autonoma di Crimea occupa de jure (di diritto,in punto di dirittola quasi totalità della penisola di Crimea, sulla costa settentrionale del Mar Nero, con l'eccezione della città di Sebastopoli, città autonoma, ma non facente parte della Repubblica autonoma di Crimea.

Intanto, l' Unione europea sta valutando di raccogliere da sola le risorse finanziarie per sostenere Kiev, nel caso gli Stati Uniti (e altri alleati) si tirassero indietro dall’accordo raggiunto al G7 di giugno. A darne notizia è l' Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale), che in una nota stampa spiega: "Per ora l’accordo rimane valido, ma l’UE sta già preparando un piano B. La via più semplice sembra quella di aumentare le risorse previste dall’attuale programma di aiuti: sarebbe necessaria la maggioranza invece dell’unanimità, permettendo così di aggirare il veto di Orbán. In un modo o nell’altro, l’UE dovrà aiutare Kiev a coprire un buco di bilancio che lo FMI stima in 38 miliardi per il 2025. Bruxelles stima di poterne raccogliere tra i 20 e i 40. Ma farlo entro fine anno sarà complicato".

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