PIZZA MARGHERITA COMPIE 133 ANNI

L' alimento squisito, dai condimenti semplici, conquista il mondo da più di un secolo

 

Compie 133 anni la pizza napoletana, così denominata "Margherita". Alimento tanto semplice quanto amato da tutti, sia per il prezzo, sia per il sapore, i colori, l' odore che si tramuta in profumo delicato e persistente. La Margherita rimane il capolavoro prelibato anche per i palati più difficili. E questo porta alla mente che nel mese di giugno del 1889 il pizzaiolo napoletano Raffaele Esposito è invitato nella residenza estiva della famiglia reale perché preparasse per Sua Maestà, la Regina Margherita, le sue famose pizze. Lo stesso Esposito alcuni mesi prima, durante una vista della regina Margherita nelle strade di Napoli, omaggia la sovrana d’Italia battezzando con il nome di Margherita l’ impasto preparato con pomodoro passato, mozzarella di bufala, olio e foglie di basilico. Una improvvisata da ruffiano per farsi notare, ma nel contempo da bravo pizzaiolo, che, senza volerlo, mette in evidenza i colori dei condimenti, per la regina, che all' istante evoca il tricolore, la bandiera italiana quale icona di una nazione-patria viva e laboriosa. Questa la storia che va a ritmo serrato da generazione in generazione, nelle famiglie i cui padri raccontano ai propri figli, a Napoli e nel resto del mondo. Ma c'è  anche chi dice che la pizza napoletana esistesse ancora prima del 1889, prima, cioè, dei Savoia reali. E che il famoso pizzaiolo Raffaele Esposito non avrebbe avuto alcun incontro con la regina Margherita, ma la stessa pizza era denominata tale per le foglie di basilico coordinate sull' impasto dando all'immaginario collettivo la figurazione di una margherita. Altri elementi descritti accreditano ancora di più il dubbio storico di questo alimento che nonostante tutto rimane seducente per il delicato sapore che persiste sotto il palato, al punto di romanticizzare il rapporto di ognuno di noi con la memoria di Rafel 'o pizzaiuolo e sua moglie Maria Brandi, che avrebbe contribuita a mantenere in vita l' incontro con la regina Margherita per tenere in alto il primato sul guadagno e soprattutto sulla buona nomea del marito. Insomma, dicerie o no ciò che conta è che questo alimento considerato povero quanto i condimenti, seppur squisiti, ha conquistato il mondo al punto che per rispetto della storia, autentica o no, ma pur  sempre cultura, rimane tale e fuori dagli schemi del lusso. Ma c' è altro: la pizza Margherita coinvolge milioni di famiglie trascinate dai bambini le cui mamme sono costrette ad imparare in casa l'impasto per il lievito del sabato sera.Tante le fantasie e i colori degli ortaggi che arricchiscono le tavole, ma sempre e tutto al modico prezzo. A proposito non tutti sanno che la pizza più antica non è la Margherita bensì la "Marinara" che costa ancora di meno e che si distingue con l' origano invece che con la mozzarella e il basilico. A richiesta si aggiunge l'acciuga. E il prezzo non supera i 4 euro a seconda il posto o la città. E non manca mai la pizza piegata detta a "portafoglio" che a Napoli costa 1.50 - 2.00 euro da mangiare fuori dalla pizzeria, all' impiedi, per arricchire il momento con la spensieratezza e la piacevolezza di stare insieme. Si, il guadagno, il pizzaiolo lo supporta con la vendita di bibite servite al tavolo con altre specialità come arancini, frittatine o fritturine varie che hanno il loro costo autorizzato, talvolta anche più esoso se ci si trova in una località turistica, ma pur sempre la Margherita o Marinara che sia non la si "offende", non può diventare un alimento di lusso perché appartiene alla cultura di cui il pizzaiolo ne è a conoscenza, tenendo un locale pulito, decoroso, ma non di lusso. Il pizzaiolo ha il suo speciale status di artigiano che vive il suo tempo nel candore del bianco puro della farina e la passione di rendere felice all' istante chi consuma questo prelibato alimento. Pertanto l' imprenditoria che negli ultimi giorni ha fatto andare in fibrillazione il web mettendo i pizzaioli artigiani sul piede di guerra è inopportuna quanto inadatta, se non altro testimonianza dell' ignorante del nord convinto di trasformare un contesto radicato da secoli, non solo a Napoli ma in tutta la Penisola, poichè la pizza Margherita è si napoletana, ma il mestiere dell' artigiano pizzaiolo è molto più antico. E che dire ancora?...Nel tracciato politico di Camillo Benso Conte di Cavour, rimasto in eredità al parlamento italiano dopo qualche anno dalla da sua morte e dell' Unità d' Italia che dal meridione trasferì le imprese al settentrione con tanto stile e intelligenza in favore di quel territorio, ci fu un solo errore: non aver "rubato" anche la cultura del Mezzogiorno che pure serve all'imprenditore del nord ancora oggi.  






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