Vivanda dai condimenti semplici e squisita conquista il mondo da più di un secolo. Pertanto non può diventare un alimento di lusso perché appartiene alla cultura di cui il pizzaiolo n' è a conoscenza, tenendo il locale pulito, decoroso, ma non di lusso. Margherita o Marinara che sia non la si deve "offendere"
Compie 136 anni la pizza napoletana, così denominata "Margherita".
Alimento tanto semplice quanto amato da tutti, sia per il prezzo, sia
per il sapore, i colori, l' odore che si tramuta in profumo delicato
e persistente. La Margherita rimane il capolavoro prelibato anche per
i palati più difficili. E questo porta alla mente che nel mese di
giugno del 1889 il pizzaiolo napoletano Raffaele Esposito è
invitato nella residenza estiva della famiglia reale perché
preparasse per Sua Maestà, la Regina Margherita, le sue famose
pizze. Lo stesso Esposito alcuni mesi prima, durante una vista della
regina Margherita nelle strade di Napoli, omaggia la sovrana d’Italia
battezzando con il nome di Margherita l’ impasto preparato con
pomodoro passato, mozzarella di bufala, olio e foglie di basilico.
Una improvvisata da ruffiano per farsi notare, ma nel contempo da
bravo pizzaiolo che senza volerlo mette in evidenza i colori dei
condimenti per la regina, che all' istante evoca il tricolore, la
bandiera italiana quale icona di una nazione-patria viva e laboriosa. Questa la storia che va a ritmo serrato da generazione in generazione nelle famiglie i cui padri raccontano ai propri figli, a Napoli e nel resto del mondo. Ma c'è anche chi racconta che la pizza napoletana esistesse prima del 1889, ancor prima dei Savoia reali. E che il famoso pizzaiolo Raffaele Esposito non avrebbe avuto alcun incontro con la regina Margherita, ma la stessa pizza era denominata tale per le foglie di basilico coordinate sull' impasto dando all'immaginario collettivo la figurazione di una margherita. Altri elementi descritti accreditano ancora di più il dubbio storico di questo alimento che nonostante tutto rimane seducente per il delicato sapore che persiste sotto il palato, al punto di romanticizzare il rapporto di ognuno di noi con la memoria di "Rafel 'o pizzaiuolo" e sua moglie Maria Brandi, che avrebbe contribuita a mantenere in vita l' incontro con la regina Margherita per tenere in alto il primato sul guadagno e soprattutto sulla buona nomea del marito. Insomma, dicerie o no ciò che conta è che questo alimento considerato povero quanto i condimenti, seppur squisiti, ha conquistato il mondo al punto che per rispetto della storia, autentica o no, ma pur sempre cultura, rimane tale e fuori dagli schemi del lusso.
Ma c' è altro: la pizza Margherita
coinvolge milioni di famiglie trascinate dai bambini le cui mamme
sono costrette a fare la pizza in teglia fatta in casa dopo aver imparato dalla vicina di casa l' impasto per il lievito del
sabato sera.Tante le fantasie e i colori degli ortaggi che
arricchiscono le tavole. A
proposito non tutti sanno che la pizza più antica non è la
Margherita bensì la "Marinara" che costa ancora di meno e
che si distingue con l' origano invece che con la mozzarella e il
basilico. A richiesta si aggiunge l'acciuga. E il prezzo non supera i
4 euro a seconda il posto o la città.
E non manca mai la pizza
piegata detta a "portafoglio" che a Napoli costa 1.50 -
2.00 euro da mangiare fuori dalla pizzeria, all' impiedi, per
arricchire il momento con la spensieratezza e la piacevolezza di
stare insieme. Si, il guadagno, il pizzaiolo lo supporta con la
vendita di bibite servite al tavolo con altre specialità come
arancini, frittatine o fritturine varie che hanno il loro costo
autorizzato, talvolta anche più esoso se ci si trova in una località
turistica, ma pur sempre la Margherita o Marinara che sia non la si
"offende", non può diventare un alimento di lusso perché appartiene alla cultura di cui il pizzaiolo ne è a conoscenza,
tenendo un locale pulito, decoroso, ma non di lusso. Il pizzaiolo ha
il suo speciale status di artigiano che vive il suo tempo nel candore
del bianco puro della farina e la passione di rendere felice all'
istante chi consuma questo prelibato alimento. Pertanto l'
imprenditoria che negli ultimi tempi ha fatto andare in
fibrillazione il web mettendo i pizzaioli artigiani sul piede di
guerra è inopportuna quanto inadatta, se non altro testimonianza
dell' ignorante del nord convinto di trasformare un contesto radicato
da secoli, non solo a Napoli ma in tutta la Penisola, poichè la
pizza Margherita è si napoletana, ma il mestiere dell' artigiano
pizzaiolo è molto più antico. E che dire ancora?...Nel tracciato
politico di Camillo Benso Conte di Cavour, rimasto in eredità al
parlamento italiano dopo qualche anno dalla sua morte e dell'
Unità d' Italia che dal meridione trasferì le imprese al
settentrione con tanto stile e intelligenza in favore di quel
territorio, ci fu un solo errore: non aver "rubato" anche
la cultura del Mezzogiorno che pure serve all'imprenditore del nord
ancora oggi.