TERREMOTO. ANCHE I GIORNALISTI PIANGONO...

di Enzo Di Micco
Ci risiamo!... La mattinata di questa domenica si è aperta con una nuova scossa di terremoto. E questo mentre mi accingo a visionare la foto di una principessa pubblicata sul suo diario facebook, attratto da lei per digitarle un like, mentre i primi raggi del sole delle 7.40 proiettano l’ombra del lampadario che oscilla sulla parete nella stanza, dalla finestra socchiusa. Paura, sgomento, tremore, pelle d’oca di un uomo che stringe il cuore fino che arrivi alla faringe. Un nodo nel profondo rosso della gola. Mentre chiedi a te stesso, chi sei veramente: è li che cerchi l’identità di uomo vero. E non svegli nessuno perché recepisci, per fortuna, il mancato pericolo di una scossa lieve. Poi ci ripensi e ti accorgi di essere giornalista, peraltro in seno ad una organizzazione governativa. E quindi hai il dovere di svolgere la missione di uomo, capo della famiglia, del vicinato, degli amici e di tutti coloro che ti vogliono bene, ti amano per ciò che sei e credono in te. Pensi, rifletti guardando la principessa e capisci che devi farti ascoltare attraverso la scrittura: lanci il monito, “Oddiooo!.. il terremoto”, che gli organi d’informazione captano subito perché ti ascoltano, ti seguono e ti vogliono bene in silenzio senza fartene accorgere...mentre il mio animo prega per la speranza di chi ha perduto la casa, famiglia, la tavola, la mensa, la gioia del convivio domenicale e sta correndo il rischio di perdere anche la dignità. Gesù mio, aiutali non abbandonare nessuno, te lo chiede un giornalista, non un uomo. Si, perché i giornalisti, donne o uomini che siano, sono coloro che piangono di nascosto e rimangono poi la prova inconfutabile, per quanto ciò, dopo aver bagnato con le proprie lacrime la pagina del giornale, sulla quale è pubblicato il proprio l’articolo... Ecco, sono uomo vero e con l’aquilone ci posso giocare, ne ho diritto!
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