QUEI BATTENTI, FIGLI DELLA MADONNA DAL 1450

Città Metropolitana a Nord di Napoli. Afragola e Frattamaggiore, due cittadine  scelte a modello, per ognuna un video-servizio nei quali si evidenzia, attraverso il giornalismo e la comunicazione di massa, una tradizione tramadata da padre e madre in figlio, dando cosi alla collettività un altissimo contributo culturale, che ha fatto la storia del nostro Paese

Uomini e donne, ragazzi e bambini percorrono le strade che conducono al santuario di Maria SS. dell’Arconel comune di Sant’Anastasìa. (con l'accento sulla ì). Sacro e profano nella tradizione tramandata da padre in figlio  

Frattamaggiore, Piazza Riscatto
Devozione a piedi scalzi. Sacrificio fatto di dolore, ma che allo stesso tempo è trasformato in gioia. Quella stessa gioia dalla quale suscitano convulsioni, stato d’animo eccitato, fino allo svenimento. Un fenomeno spesso discusso, ma con poca definizione. Quasi una contraddizione. Stiamo parlando dei “fujenti”, cioè coloro che vanno, che vanno dalla madonna correndo, ovvero il dialetto napoletano recita cosi: che vann fujenne. Di qui, fujenti. Ma sono denominati anche “battenti per il continuo battere i piedi a terra in modo cadenzato. Li troviamo per le strade della Campania, in particolare nell’area di Città Metropolitana a nord di Napoli e in alcune zone dei  quartieri spagnoli a Napoli. Nei due  servizi , due paesi modelli  in cui questa tradizione è da secoli  tramandata da padre in figlio.  

                                                            👇 Afragola 1954           


                                                              👇 Frattamaggiore  2018 - 2024         

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Uomini e donne, ragazzi e bambini di più, ma non mancano gli anziani, percorrono le strade che conducono al santuario di Maria SS. dell’Arconel comune di Sant’Anastasia, paese dell’entroterra vesuviana. Quando accade questo? Il lunedì in Albis, come da tradizione secolare i fujénti o battenti celebrano cosi questa ricorrenza: Sacro e profano nella tradizione tramandata da padre in figlio, chi per grazia ricevuta, chi per devozione. Vestiti di bianco e di colori della Vergine, rosso e blu, i fujénti si imbattono lungo le strade per il pellegrinaggio fatto di inquietudine, delirio e forte emotività.
 

Ogni anno la stessa manifestazione comprende anche il trasporto di un dipinto gigantesco sulle spalle dei devoti composti in squadra, d’avanti ad una giuria che valuta l’opera. E premia la determinata associazione o rappresentanza del paese o città dalla quale proviene quella quadriglia vestita come tradizione vuole, maglia e pantaloni bianchi e fascia azzurra con l’effigie della madonna dell’arco all’altezza del petto. Ma le cose tendono anche a cambiare. Cosi ogni squadra per contraddistinguersi utilizza foulard o maglia di diversi colori, e comunque colori della madonna.


Su ogni maglietta è presente nel lato frontale l’Immagine della Vergine S.S. Dell’Arco con il nome e l’indirizzo del sodalizio di cui fanno parte. Queste persone provengono da ogni ceto sociale e culturale; sono donne lavoratrici e casalinghe, operai, professionisti, impiegati e artigiani, che manifestano la devozione alla madonna, sia pure nella funzione sociale, da quando erano bambini. Alcuni fra i quali sono anche ex detenuti. Dunque, qualcosa di grande rimane nei cuori di tutti, anche del pubblico che partecipa con grande interesse verso una madre quale la Madonna dell’Arco che è la mamma di tutte le persone;  è colei che allevia il dolore di ognuno.

  
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