IMMIGRATI NON PIU’ RISORSA, MA DISASTRO ETICO, POLITICO ED ECONOMICO, VANNO AIUTATI IN CASA LORO. I TEMPI SONO CAMBIATI
IMMIGRATI NON PIU’ RISORSA, MA DISASTRO ETICO, POLITICO ED ECONOMICO, VANNO AIUTATI IN CASA LORO. I TEMPI SONO CAMBIATI
Bisogna
avere il coraggio di dire “no” e non avere timore di fare la
figura del qualunquista. Siamo italiani, è vero. E da sempre la
nostra nazione promuove i diritti umani e per questo abbiamo il
dovere di aiutare i più deboli, i peggio di noi, ma non come stiamo
facendo adesso. Noi non abbiamo il dovere morale di accogliere
l’immigrato, ma abbiamo il dovere morale di assisterlo, sostenerlo,
aiutarlo a casa sua.Qui non si tratta di essere di destra o
razzista. L' immigrato non è più una risorsa per lo sviluppo
economico, come si diceva anni addietro: “Contribuisce alla
ricchezza del Paese”. Il presidente dell'Inps,
Tito Boeri fa sapere tramite l’Ansa
che
dalla
sanatoria del 2002 e del 2012, l'80% degli immigrati risultano
contribuenti alle casse dell'Inps, anche cinque anni dopo la
regolarizzazione". Ora,
però, i tempi sono cambiati. Anche la sociologia è cambiata. Questi
flussi d’immigrati stanno provocando un disastro etico, politico,
sociale ed economico, poiché comportano comunque spese esose. Quelle
stesse spese se fossero fatte nella loro terra, si salverebbero
intere tribù. E noi tutti avremmo la coscienza Santa. E’ cambiato
il mondo intero che è sostenuto dalla tecnologia che corre senza
sosta. E per questo ci sono scuole e università costantemente
impegnate nella ricerca. Questi non sanno fare nulla, non sono
istruiti e scappano dalle tribù perché governati dai pochi e
disonesti e ciarlatani dittatori, imbroglioni che hanno avuto la fortuna di
studiare qui, in Occidente
e
poi una volta tornati nella loro terra d'origine, fanno i "magnacci". Lo stesso
papa
Francesco dovrebbe
cambiare dialettica sul piano pastorale e lanciare ai potenti della
Terra, moniti più incisivi per indurli a darsi da fare con la
propria coscienza, aiutando questa povera gente in casa sua e non
con l'ausilio di assocciazion Ong
(Organizazione non governativa), che si occupano di Paesi in via di
sviluppo, alcune
tra le quali pubblicizzano in televisione la necessità di
raccogliere fondi che poi si perdono strada facendo, ma con
interventi concreti da parte di team formati dagli stessi capi di Stato o delegazioni presenti su un determinato territorio,
periodicamente a turni prestabiliti, perchè questa è la politica
vera e non quella dei G
20 (Gruppo dei 20 paesi più industrializzati) e forum di ministri delle
Finanze e dei governatori delle banche centrali, che a tutto pensano
tranne chi muore di fame e di sete nel mondo. Papa Francesco nei suoi
moniti dovrebbe incitare le mogli dei potenti a parlare con i propri
mariti per convincerli che la corruzione morale porta soltanto
disastro, morte e terra secca ai più deboli. Milioni di
persone, e soprattutto bambini, potrebbero frequentare scuole vere,
istruirsi, crescere in modo sano. E una volta uomini veri,
acculturati e indottrinati alla corretta moralità, potrebbero
governare nella propria Patria. Ma si tratta veramente di fare
appello alla coscienza di ognuno e comprendere quanto denaro stiamo
sperperando senza raggiungere alcun traguardo, mentre potremmo tirare
fuori dalla povertà tantissime persone aiutandole in casa loro e con
gli stessi soldi. Non si tratta di essere razzista, e faccio
riferimento all’Ordine
dei Giornalisti che
impone a noi giornalisti di rispettare la deontologia
professionale,
evitando di incorrere nell’ errore di scrivere frasi o titoli di
significato razzista;
faccio riferimento al presidente della Repubblica, Sergio
Mattarella, anche lui meridionale, siciliano, figlio di quella terra
che da sempre ha accolto immigrati: Ora i tempi sono cambiati, Signor
Presidente della Repubblica. Santità,
anche Lei, guardatevi intorno, una volta tanto, e non pensate ai
collaboratori di staff che talvolta vi consigliano male.
Gli
immigrati
vanno
aiutati in casa loro con gli stessi soldi che stiamo spendendo, noi europei, altrimenti diviene tutto un disastro dovuto all’ incompatibilità
culturale, un disastro di grandissima entità sociale in cui si vedrà
l’umanità auto-distruggersi. E che neppure più Gesù
Cristo potrà
farci nulla, perché avremo un Dio diverso a cui rivolgerci per
pregare.
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