GERMANIA, MERKEL RIGETTA IL BURQA E ALTRI VELI. ITALIA, ALFANO: “LA NOSTRA CARTA GARANTISCE A TUTTI LA LIBERTA’ DI CULTO”

(di Enzo Di Micco) - In Germania una donna completamente velata ha poche possibilità di integrarsi”. Cosi Angela Merkel sostiene il divieto di portare il burqa e altri tipi di veli islamici che coprono il volto, come il niqab negli uffici pubblici dove è necessario farsi riconoscere, in manifestazioni e alla guida di automobili. Una circostanza questa che appare piuttosto priva di significativo politico e sociale se soltanto provocatoria verso una religione che impone un determinato costume ai propri adepti. Per sentirsi integrati in una società, non vuol dire farsi riconosce alla guida dell’auto o mentre si lavora in un ufficio pubblico...E poi queste iniziative non fanno parte della lotta al terrorismo, che è cosa ben diversa. Ce ne dà atto il nostro buon ministro dell’Interno Angelino Alfano, che se pur in tempi passati era il pupillo di Belusconi nell’ alleanza con la scadente Lega nord di Bossi , che hanno rovinato l’Italia ancor prima della crisi economica, oggi dimostra di essere un politico autentico, ma soprattutto di cultura italiana, perché dovete sapere che l’Italia nel mondo è cultura. Bene. Dice Alfano al Corriere della sera:“Stiamo lavorando per agevolare il consolidamento di un modello di Imam che abbia una formazione in Italia per poter operare nel nostro Paese. Inoltre, chiediamo alle comunità islamiche un contributo per individuare i soggetti che si radicalizzano anche per intensificare i controlli sui finanziamenti in arrivo dall'estero. E' necessaria un'emersione di tutti i luoghi di culto, con pieno rispetto delle regole, per evitare le mini moschee nei garage”. dove si inneggia odio al posto della preghiera. Poi ha aggiunto: “Nei confronti dell'Islam, il mio approccio è costituzionale, perché la nostra Carta garantisce a tutti la libertà di culto”. E non è tutto. Alfano non si dimentica minimamente che in Italia ci sono un milione mezzo di musulmani e che non può certo considerarli terroristi o fiancheggiatori dei terroristi. Poi precisa: “Sulla possibilità di vietare burqa e velo , il ministro dell'Interno ha la responsabilità di garantire la sicurezza e di scegliere il livello di durezza nelle risposte, che però non diventi mai provocazione potenzialmente capace di attirare attentati”.
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