C'era una volta la Democrazia Cristiana che manteneva l'equilibrio perfino del Vaticano aiutandolo a colorare in tempi brevi il cielo con le fumate bianche del Conclave. Democratici cristiani e Santa Sede uniti fra loro attraverso il governo del Pese già dalla fine della seconda guerra mondiale fin oltre il crollo del Muro di Berlino, quando appunto il mondo ha iniziato a cambiare. La Dc sempre attenta ai cambiamenti e a pari passi con il cattolicesimo, la Conferenza Episcopale Italiana, ha dato un forte input all' Italia, all'economia contadina e industriale, trasformando tutto in una società civile del benessere. L' Italia con i suoi alti e bassi era un Paese vero, un grande Paese mentre la Santa Sede ha sempre avuto la possibilità di potersi distinguere poichè sostenuta anche dai democristiani.
Ne ha dato atto Karol Woityla, un papa al quale piaceva la politica e la Democrazia Cristiana, senza mai avere timore di esporsi, fino ad avere avuto il coraggio, un giorno di un periodo buio del governo, di convocare in Vaticano i capi della Dc, e con Andreotti presente disse loro: "Se non avete alternative valide tacete per sempre". Il primo pontefice slavo della storia ebbe uno screzio a carattere politico anche con l'allora ministro di Grazia e Giustizia, Mino Martinazzoli. Oggi purtroppo il Paese è privo di ideali e si trova di fronte una Santa Sede estranea a ciò che promuovono i governi Europei. Lo stesso governo italiano è disorientato: Papa Francesco, durante i 12 anni di pontificato ha improntato le basi tra la centralità dell'amore, la vicinanza ai più bisognosi, ai migranti, la difesa della dignità umana, la cura per il creato e un forte impegno per la giustizia sociale e la pace. Bergoglio insomma ha rimasto l'eredità di situazioni contrarie allo stato di guerra. Situazioni garantite dal rispetto dell'idea di interdipendenza nei rapporti internazionali, anche se non caratterizzate putroppo all'interno dei governi e della vita politica ed economica. L'attuale governo italiano dice di essere europeo. E per questo deve sostenere il riarmo voluto dai "papaveri" francese e tedesco. Francesco inoltre ha segnato una profonda e continua rottura con l’Ue e i suoi Stati membri sulle politiche migratorie. Anche se il pontefice non ha mai smesso di richiamare la classe dirigenti della politica europea alla sua responsabilità nei confronti di chi fugge dalle miserie, dalle persecuzioni e dalle guerre, in nome di una Europa umanista, che è stata e rimane fonte di ispirazione per il resto del mondo.