SAMAN ABBASS NON C' ENTRA CON L' ISLAM, RAGIONIAMO DA ITALIANI

Il corsivo

Attenzione, ragioniamo da italiani, non facciamoci raggirare da una "certa stampa" che sta facendo del tutto per trasformare la vicenda Saman Abbas in un caso politico, dando visibilità mediatica a chi punta il dito contro l' immigrazione e trasversalmente contro l'Islam. Religione quest' ultima con la quale papa Francesco, a nome di tutti i cattolici, nei mesi scorsi in Iraq, ha fatto un nuovo passo avanti nel dialogo islamo-cristiano. Saman, si presume che sia stata uccisa dallo zio, fratello del padre, con la complicità degli stessi genitori per aver rifiutato un matrimonio combinato in Pakistan. Si tratta dunque di una famiglia antiquata, di stile quasi arcaico. Anche gli italiani un tempo erano padri-padroni, ignoranti e povera gente costretta a immigrare, a tollerare umiliazioni. Oggi però ci troviamo nel benessere nonostante la perenne crisi economica che incomba sulla società, già di per sè piena di contraddizioni. Mentre l' Islam ha si le sue contraddizioni all' interno dello stesso contesto islamico, ma non colpisce se non ci sono insulti. Noi occidantali invece l'insulto lo chiamiamo "satira" delineando cosi tutti la propria coscienza. C'è però un neo: prima di essere occidentali siamo italiani che mai e poi mai, abbiamo ridicolizzato o insultato una religione, se soltanto politici che rappresentano il potere fino ad andare oltre la dignità del popolo. Pertanto non abbiamo subito attentati terroristici da parte di fanatici islamici di correnti distorte...almeno fino adesso. Per il resto l' Italia è sempre a promuovere la pace, i diritti umani, il rispetto verso i popoli più deboli e di religione diversa, dando prova inconfutabile di essere uno dei "paesaggi colorati" sul Mediterraneo meticciato, ma ricco di elementi linguistici e culturali di diversa provenienza o natura. Ora qui c'entra poco il Mediterraneo poichè il Pakistan si trova nell'Asia centro-meridionale ad ovest dell'India e a sud è bagnato dal Mar Arabico. Ma vuoi o non vuoi il Pakistan è ufficialmente una  Repubblica Islamica. Il Pakistan è uno Stato dell'Asia meridionale, il quinto Stato più popoloso nel mondo con una popolazione molto superiore ai 200 milioni di persone, per la maggior parte di religione Islamica. E la curiosità più sottile è quella che il territorio è considerato dai più studiosi la culla della civiltà. Inoltre è unico tra i paesi musulmani interessato dalle ondate di conversione della più recente religione islamica, proprio per dare una nazione ai musulmani in nome dell'Islam, seconda religione del mondo per consistenza numerica dopo il cristianesimo. Si tratta peraltro di una religione che non disconosce, per certi versi, l'Antico e il Nuovo Testamento, della cui origine celeste non si discute, riconoscendo per logica conseguenza il carisma dei profeti vetero-testamentari. E si va da Adamo a Noè, da Abramo a Mosè, come pure quello di Gesù. Il caso Saman Abbas è dunque isolato da ogni concezione religiosa. La ragazza è cresciuta in Italia, avrebbe voluto studiare ancora; era fidanzata, amava essere libera, essere italiana, era cittadina italiana. Invece di attaccare la religione peraltro in qualità di "certa stampa", rischiando di provocare ritorsioni moralmente riprovevoli su organi istituzionali preposti alla protezione della ragazza o fraintendimenti diplomatici o addirittura attentati terroristici, sarebbe meglio difedere la memoria della ragazza scomparsa, dando esempio di italianità e non di una destra che imita la destra estremista francese anch' essa in cotraddizione verso l' Islam fracese che conta sei milioni di  musulmani, cittadini ben integrati nel tessuto sociale e culturale di ogni ordine e grado della Francia. Si, perchè la maggior parte degli attentati terroristici arrivano da certi insulti francesi. E la destra italiana non è quella francese estremista, ma quella fatta di "tarallucci e vino", insomma. I colpevoli che hanno ucciso la giovane Saman vanno catturati e puniti severamente, anche a costo di intrapredere iniziative di politica estera, ma soprattutto per evidenziare la genuinità del popolo italiano rispetto ad altri popoli. L'ambasciatore del Pakistan in Italiaia, Jauhar Saleem, in una intervista a "Repubblica" ha detto: "Un possibile atto criminale non è pakistano, italiano, americano o di un'altra nazionalità. È l'atto criminale di chi lo ha commesso. La violenza è proibita da noi come qui in Italia. E chi sa deve collaborare".





 



 



 



 


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