SANT' ARPINO, UN LIBRO DEDICATO A SAN CANIO E UN GENERALE DI NOME CANIO

Giuseppe Dell’Aversana scrive e pubblica Polline di Dio - San Canio(ne), tra leggenda e storia. "L' idea di realizzare questa iniziatva ha detto lo scrittore - é nata dalla necessità di mettere insieme tutte le notizie scarne che c' erano sul nostro santo, Canione. Un santo che avevamo poco considerato, invece ha un profilo fondamentale nella storia del cristianesimo"  

SANT' ARPINO (CE) – Grande interesse di pubblico per la presentazione del libro di Giuseppe Dell’Aversana, dal titolo Polline di Dio - San Canio(ne), tra leggenda e storia” - edito dalla Pro Loco di Sant’Arpino il cui presidente è Aldo Pezzella.
Un libro ricco di significato dalle cui pagine ci narrano le vicende di San Canio evangelizzatore Atellano le cui reliquie  sono custodite in Basilicata ed Irpinia a seguito di una complessa circostanza politica ecclesiastica. Un santo che finalmente è stato valorizzato come merita nel contesto storico con le precisazioni dell' autore: "L' idea di realizzare questa iniziatva - ha detto lo scrittore - é nata dalla necessità di mettere insieme tutte le notizie scarne che c' erano sul nostro santo, Canione". Poi ha aggiunto: "Un santo che avevamo poco considerato, invece ha un profilo fondamentale nella storia del cristianesimo". 
                                                       👇Il servizio
Opera peraltro realizzata con la collaborazione di Giuseppe Montesano, romanziere e critico letterario e di Sergio Tanzarella, ordinario di “Storia della Chiesa Pontificia alla Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale. La manifestazione si è tenuta mercoledi 9 luglio nella piazzetta antistante il Romitorio Paleocristiano di San Canione. Serata-evento durante la quale si sono viste  autorità religiose e militari come il vescovo di Aversa monsignor Angelo Spinilli, il sindaco di Sant'Arpino Ernesto Di Mattia; il parroco della chiesa di San Canione, don Mario Puca, ma soprattuto non è mancata la gioiosità profonda dei cittadini di Sant'Arpino e dei paesi limitrofi dell'area atellana, che hanno voluto dare un segnale forte di benemerenza a un carabiniere di nome Canio. È un riconoscimento pubblico - ha detto il sindaco Di Mattia - che esprima la gratitudine e fierezza dei cittadini di Sant'Arpino nei  confronti di un uomo che quotidianamente attraversa il suo alto operato valorizzando  il nome di San Canio al quale tutti noi siamo legati da sentimenti di fede e riconoscenza”.
  
Non ci sono dati precisi sul numero esatto di persone chiamate Canio, in Italia, ma è un nome relativamente raro. C'è da dire, però, che il nome di ogni uomo o donna che sia, rifletta una storia che ne spiega i motivi della scelta. È il caso, appunto, del generale dei carabinieri Canio La Gala, comandante della Legione dei Carabinieri - Campania: "Ovunque sono andato - ha detto - mi hanno domandato: ma perchè hai questo nome? Io ho risposto semplecemente: Cosi ha voluto mio il mio papà. Porto in nome di mio nonno". Poi ha aggiunto: "Onoro questo santo con il mio servizio rendendo degno il nome che porto". 

Il generale, 53 anni, di Corato in provincia di Bari, è laureato in Giurisprudenza e in “Scienze della Sicurezza Interna ed Esterna”, ha conseguito il titolo di Master in Scienze Strategiche e quello in “Studi Internazionali Strategico-militari”. Ha intrapreso la carriera militare nel 1982 frequentando la Scuola Militare “Nunziatella” a Napoli e poi i corsi dell’Accademia Militare di Modena e quelli presso la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma. Ma il curriculum è lunghissimo tanto da poter menzionare soltanto l' incarico di dirigente del Raggruppamento Operativo Speciale (ROS) dove ha maturato significative esperienze nel contrasto alla criminalità organizzata in Sicilia e in Calabria. Si è quindi specializzato nell’attività antiriciclaggio, sviluppando indagini patrimoniali tese alla confisca di beni alle organizzazioni mafiose e realizzando una pubblicazione, “Il riciclaggio di denaro".

 Alla manifestazione sono inoltre intervenuti don Mario Puca, parroco della chiesa di San Canione; il presidente dell' Istituto Studi Atellani Francesco Montanaro; il professor Giuseppe Limone, filosofo docente Universitario; il professor Antonio Salvatore Romano, docente di storia della chiesa - dell' Istituto Superiore di Scienze Religiose di Capua; don Sergio Antonio Capone direttore dell' Ufficio per la custodia delle reliquie dell' Arcidiocesi di Salerno - Campagna- Acerno. Numerosi i giornalisti in platea uno tra i quali Franco Buononato. Ha coordinato i lavori il giornalista Elpidio Iorio.

Print Friendly and PDF

Commenti