Cultura e Risorgimento
Enrichetta Di Lorenzo e Carlo Pisacane. Storie amore e sofferenza
È risaputo da tutti che non esista nulla di più bello che parlare di amore, addirittura di qualche meravigliosa storia di due persone che si conoscano, si innamorino e inizino la loro relazione. Ma che cos'è veramente l'amore?...Molti lo assaporano intensamente, gioiosamente, ma c' è anche chi lo vive nella sofferenza reciproca. E nonostante tutto non sa come definirlo. L’amore, cioè l’intenso sentimento di affetto, inclinazione profonda verso la propria donna o uomo che sia, è un susseguirsi di emozioni. A questo poi si aggiunge la passione. Quel sentimento intenso e impetuoso, violento, che si chiama passione dell'ira, della gelosia. Travolgente. Argomento questo dell’amore che porta alla mente una donna dell’epoca risorgimentale, Enrichetta Di Lorenzo. Di Enrichetta pochi ne parlano, ma c'è molto da sapere, da approfondire la sua storia con Carlo Pisacane, (Napoli 1818 - Sanza 1857), patriota italiano vicino alle posizioni repubblicane di Giuseppe Mazzini. Volontario nel 1848 in Lombardia durante la prima guerra d'indipendenza diviene in seguito capo di stato maggiore nella difesa della Repubblica di Roma (1849); dopo la sconfitta a opera delle forze francesi elabora un proprio progetto politico, prima manifestazione di un nucleo italiano di pensiero socialista in cui collega l'idea nazionale alle aspirazioni di riscatto delle plebi contadine.
Prepara un piano di insurrezione nell' Italia meridionale, la cosiddetta spedizione di Sapri: nel 1857 si impadronisce con pochi compagni di un piroscafo di linea che attracca a Ponza per liberare oltre trecento prigionieri, in maggioranza detenuti per reati comuni con i quali sbarca a Sapri, sulle coste della Campania meridionale. La colonna dei ribelli capeggiati da Pisacane non riesce tuttavia a innescare la rivolta tra i contadini. Pertanto è facile per le truppe borboniche annientarla: Pisacane ferito si uccide per non cadere prigioniero.
Ma torniamo da Enrichetta. Questa donna ama perdutamente Carlo Pisacane col quale condivide fino alla morte, a Sapri, gli ideali patriottici. I due consumano costantemente le proprie emozioni come anime intrecciate nella sinfonia di passione, spesso nel silenzio, nell' ombra della notte lasciando fluire le ore, il tempo senza misurarlo. Enrichetta bella e intelligente, dinamica di pensiero e di azione quanto magnifica in ogni sua sfaccettatura femminile, senza alcun velo d' ipocrisia. Ma il suo rapporto intimo col Pisacane denota le corna del marito Dionisio Lazzari, cugino di Pisacane da parte di madre, con il quale si sposa il 16 gennaio 1838, quando Pisacane allievo alla Nunziatella, si sta preparando a sostenere gli esami finali. Nel 1845 inizia la relazione amorosa tra i due amanti. E l’otto febbraio del 1847 i due fuggono insieme da Napoli, sotto i falsi nomi di Francesco Guglielmi e Sara Sanges, imbarcandosi sul postale francese Leonidas. Dionisio con l’aiuto del fratello e dello zio di Enrichetta, denuncia immediatamente la scomparsa della moglie e cerca di farli arrestare. Un tempo le corna erano reato. Adulterio. Sbarcati a Livorno, Enrichetta e Carlo fanno perdere le loro tracce alla polizia ed agli agenti diplomatici e si dirigono verso l’Inghilterra. Con la fuga da Napoli dell’otto febbraio 1847, comincia per Enrichetta un periodo di privazioni e sacrifici temperato dall’ intensa passione, che la lega al suo uomo e dal grande senso di rispetto che la sua condizione di emancipata donna suscita in terra di Francia ed in Inghilterra. In Francia subirà la prigionia che le provocherà la perdita del bambino in attesa ed il distacco da Pisacane, partito per la legione straniera. Nonostante ciò la ritroviamo ugualmente, nel 1848, al fianco di Carlo nell’ avventura lombarda. Successivamente a Roma, nel 1849, Enrichetta, ormai coinvolta nella rivoluzione si prodiga prestando le cure ai feriti e moribondi combattenti della Repubblica, insieme a Cristina di Belgioioso, Margaret Fuller e Giulia Calame. Con il 1850 arriva la crisi. Rientrano in Italia per via della salute di Enrichetta e Carlo, dopo averla lasciata a Genova, ritorna in Svizzera, dove completa il primo dei tre volumi della “Guerra combattuta in Italia negli anni 1848-49”.
In questo periodo Enrichetta socializza con Enrico Cosenz, ufficiale dell' esercito delle Due Sicilie, dalle doti intellettuale di alto rango destinato poi a diventare politico. I rapporti di amicizia tra i due si trasformeranno in una breve, ma intensa passione, che non nascondono al Pisacane. La storia è breve. Enrichetta è nuovamente rapita dal fascino di Pisacane, al punto che il Cosenz deve ritirarsi in buon ordine e da ufficiale gentiluomo. Superata la tempesta, la vita della coppia prosegue con rinnovato vigore, rafforzato anche dalla nascita nel 1852 di Silvia. Il 1857, invece, si dimostra l’anno peggiore.
La scelta della spedizione è fatta ed Enrichetta vive un momento di profondo conflitto interiore: rispetta e forse comprende la decisione del suo compagno, ma non riesce ad accettare l’inizio di un’avventura il cui esito è quasi certamente disastroso, e proprio nel momento in cui madre e figlia hanno più bisogno di lui. Avrà la certezza della morte di Carlo solo il 4 luglio; da quel momento sarà un susseguirsi di perquisizioni, difficoltà economiche, trasferimenti e sacrifici. Nella primavera del 1858 si sposta a Torino, poi di nuovo a Genova ed è solo nel 1860 che, dopo anni di lontananza, rientra a Napoli, dove risiederà fino alla morte.
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